mercoledì 7 maggio 2014

Rosa Liksom, Scompartimento n.6

C’è una donna. C’è un uomo. Lei è una studentessa finlandese, riservata e silenziosa, in fuga da troppe domande a cui non sa dare risposta, immersa in se stessa. Lui è un operaio russo imbevuto di propaganda, ex galeotto, misogino, antisemita, bevitore di vodka, in cerca di una nuova occasione. C’è uno scompartimento, il numero 6, con due cuccette ed un samovar per fare il tè, troppo stretto per non forzare una convivenza e un confronto. Ci sono migliaia di chilometri di rotaie nel gelo della Siberia, la Transiberiana, il percorso ferroviario più lungo del mondo.

Rosa Liksom, Scompartimento n.6, Iperborea, pp. 235, €15,00
Lui parla, vaneggia, beve, mangia voracemente cetrioli in salamoia e cipolle. Lei ascolta, composta, talvolta disgustata ma incapace di reagire fugge dallo scompartimento, per poi tornare. Lui suda facendo le flessioni la mattina. Lei resta nel dormiveglia, si culla nel ricordo dell’amore per un ragazzo che si finge pazzo per non andare a combattere in Afghanistan e che poi in manicomio diventa pazzo davvero. Universo maschile, universo femminile.


Intorno a loro uno scompartimento, uno spazio immobile in movimento continuo. Fuori dal finestrino le sconfinate distese che il treno attraversa, mescolanze di identità e popoli, l’Urss degli anni Ottanta, il fallimento del sogno sovietico con le code davanti ai negozi, la censura, le città prigioni, le delazioni, la disillusione. Un viaggio attraverso la fine di un impero. C’è Mosca: il sogno perduto, la disillusione, la nostalgia, centro del mondo, città che seduce e respinge, destinazione vagheggiata; ci sono le città delle fabbriche militari e quelle degli scienziati, e quelle dei prigionieri deportati, poi tutt’intorno casermoni di cemento di pessima qualità. E il treno va. “Il treno si immerge nella natura, avanza pulsando attraverso il paese innevato, deserto. Tutto è in movimento: la neve l’acqua, l’aria, gli alberi, le nuvole, il vento, le città, i villaggi gli uomini e i pensieri”.



E noi? Leggiamo questa trama monotona come lo sferragliare del treno, scevra di eventi e di colpi di scena eppure musicale, poetica, come una sinfonia che resta sullo sfondo della quale non vogliamo interrompere l’ascolto perché sappiamo che con i sentimenti accade l’imprevedibile, perché nelle sfumature si nascondono ombre interessanti. E così la donna, senza sapersi piegare il perché, si affezionerà a quest’uomo così rozzo e l’uomo, un assassino, si dimostrerà capace di una profonda delicatezza. 
Perfetta la traduzione e la postfazione di Delfina Sessa.


Sullo scaffale vicino a: 
Dostoevskij, Memorie di una casa morta
Cechov, Reparto n.6

l'autrice: Rosa Liksom, è una delle più note scrittrici finlandesi. Dopo gli studi di antropologia si è dedicata alle scienze sociali all’Università di Mosca e da allora il mondo russo è entrato nei suoi romanzi. Scompartimento n.6 ha vinto il Premio Finlandia, il più alto riconoscimento letterario in patria. Di se stessa dice: “Non scrivo di niente che non abbia vissuto” e infatti ventottenne fece lo stesso viaggio qui descritto.

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