martedì 29 aprile 2014

cassetta postale


cara Isabella, molto carino davvero il tuo blog! Approfitto della tua disponibilità per chiederti un consiglio. Sto cercando un regalo originale per una mia amica che è una lettrice, mi sembra soprattutto di classici russi e americani, ma ama anche la fotografia e la cucina. Vorrei qualcosa di originale perché è molto tempo che non la vedo e non sono aggiornata sulle sue ultime letture. Non vorrei un tascabile ma nemmeno un libro troppo costoso. Cosa consigli? Grazie.
Classici + fotografia + cucina, ho subito pensato a Dinah Fried, Fictitious dishes, Harper Collins editore, 128 pagine, 15€, essendo un libro di importazione il prezzo potrebbe variare ma di poco, io ho fatto riferimento al prezzo attuale di Ibs. 


Come evidente dalla fotografia che posto, si tratta di un libro fotografico in cui la designer ed art director newyorchese ritrae cinquanta pasti consumati in altrettanti classici della letteratura, da lei ricostruiti in studio, si va da Moby Dick a Il giovane Holden passando per Alice in wonderland e molti altri.

lunedì 28 aprile 2014

Nikola P.Savic, Vita migliore

Lo sguardo del libraio che me lo ha venduto, e che ultimamente mi ha visto passargli alla cassa solo titoli Iperborea, Quodlibet e Mattioli1885 (che sono contentissima di continuare a comprare ed altrettanto felice che lui li tenga) non mi ha dissuaso. Sono curiosa. L’autore, Nikola P.Savic con il romanzo Vita migliore, Bompiani editore per chi non sapesse, è il vincitore di Masterpiece, un talent show sulla scrittura andato in onda su RaiTre che ho seguito in qualche puntata. Oddio un talent?! (già sento le voci di quelli che ma io quelle cose non le leggo, ma con tutti i capolavori che ci sono…). Io non ho pregiudizi, io leggo di tutto e se ho avuto così tanti clienti nella mia libreria è proprio perché rifiutavo di etichettare i romanzi in buoni e cattivi e mal sopporto anche la divisione di “genere”. Non avendo pregiudizi in questo senso resto curiosa.


Verissimo: spesso la curiosità mi fa prendere delle cantonate. Verissimo: spesso compro libri che vedo ben recensiti per poi stancarmi alla cinquantesima pagina. Verissimo: ultimamente le scelte editoriali della Bompiani come narrativa italiana non mi hanno entusiasmato. Però resto curiosa. Quindi? Sfoglio e leggo l’incipit, convincente. L’auto in copertina mi fa pensare al viaggio (punto positivo), le pagine non sono troppe, in caso non mi piaccia non ci avrò perso troppo tempo, il prezzo non è alto, il libraio mi toglie pure il caffè: l’ho comprato. E l’ho letto.

domenica 27 aprile 2014

Saudade ovvero Viaggio a Lisbona

Fra le mie passioni rientrano i viaggi in cerca d’autore. Visitare una città leggendo un romanzo, anziché una guida, è un ottimo punto di partenza per esplorarne l’anima più profonda e nascosta, quella che può sfuggire se si va solo in cerca di monumenti o mostre o shopping. Mi è capitato di chiedere a qualche libraio di consigliarmi un libro che parlasse di una città che stavo per visitare, e da libraia ho dato qualche consiglio; quindi se siete in partenza (secondo me meglio con un po’ di anticipo) per qualche luogo citofonate e chiedete! Al vostro ritorno mi racconterete com'è stato.


L’ultimo mio viaggio in ordine cronologico è stato quello a Lisbona, città che mi fa pensare immediatamente a due autori che amo: Pessoa, che ci nacque, e Tabucchi, che la scelse (e di tanti altri autori che vi straconsiglio come Saramago, Peixoto, Pinto), e ad un concetto per me molto attraente la saudade (loro pronunciano saudagi allungando sinuosamente la seconda a e arrotolando sensualmente la g) una forma di malinconia affine alla nostalgia. Affascinante perché in un’unica parola si racchiude una commistione di sensazioni diverse, tanto che risulta vano cercare una giusta traduzione: non è semplice tristezza, ma insieme desiderio di rivivere un qualcosa di speciale che nel momento del pensiero è assente. Forse sognare? Il sogno è nostalgia, è saudade. Proviene in qualche modo da sensazioni antiche che vorremmo rincontrare e rinnovare.

venerdì 25 aprile 2014

giovedì 24 aprile 2014

Sento che la mia arte parla di me stessa, per un sacco di motivi sbagliati. Francesca Woodman

Ieri sera, troppo tardi per andare al cinema, troppo presto per andare a dormire o leggere, ho visto The Woodmans, docu/film del 2010 a firma Scott Willis sull'omonima famiglia di artisti, il cui nome più celebre è quello di Francesca Woodman, artista tormentata dal talento precoce, morta suicida all’età di soli 22 anni.


Madre ceramista e padre pittore astrattista (il fratello diventerà anche lui un artista), Francesca cresce in una famiglia nella quale il discorso sull'arte è una presenza costante e incoraggiante, e molto presto, ancora adolescente, scopre lo sguardo della macchina fotografica. Uno sguardo che proietta su se stessa sotto forma di autoscatto, caratteristica della quasi totalità delle sue immagini.

mercoledì 23 aprile 2014

casalinghitudine

Per strada, per caso. Conversazione

Amica: Che lavoro fai, adesso?
Io: Be’, facevo la libraia, a Riccione. Una libreria indipendente, vicino al mare…
Amica: No, io dico adesso, che fai?
Io: Mah, adesso… mi occupo marginalmente della stessa attività, che ancora esiste ma è gestita da una mia ex collaboratrice, poi leggo, scrivo, aiuto mio marito, guardo i nipotini, mi occupo della casa…
Amica: Ah quindi fai la casalinga!
Io: La casalinga? Dici? Perché mi occupo della casa?
Amica: Ma certo. Ti occupi della casa, fai la casalinga. Non fai da mangiare, stiri, lavi, fai la spesa?
Io: Sì, certo, faccio tutte queste cose, perché si devono fare no? Però ecco, le faccio nel più breve tempo possibile. Per fare poi altro.
Amica: Ma certo, tutte facciamo così.
Io: Sì ma io lo faccio proprio quasi senza pensarci, cucino solo per mangiare, lavo e stiro solo per potermi vestire, cose così... Perché quello che mi piace è andare al cinema, la sera, e leggere e fare passeggiate. Cose così, capisci?
Amica: Sì sì. Guarda che non c’è niente di male nel fare la casalinga.
Io: Figuriamoci! Se facessi la casalinga a tempo pieno te lo direi, è che proprio non è così.
Amica: Ok, ok. Mi ha fatto piacere vederti, una di queste sere ci vediamo per cena?
Io: Molto volentieri! Mi organizzo e poi ti chiamo!
Amica: Benissimo ciao
Io: Ciao!!

((bene, ora vado di corsa a casa e passo la cera auto lucidante sul parquet, poi mentre si asciuga preparo l’impasto per la pizza che altrimenti entro stasera non lievita bene, programmo lavatrice e asciugatrice, mangio qualcosa al volo perché ho una montagna di panni da stirare e poi lucido bene lo specchio in bagno che altrimenti non riesco più a truccarmi decentemente, esco poi una mezz’oretta per andare a fare spesa al supermercato bio che il marito mi ha chiesto la marmellata senza zucchero per la crostata della colazione e passo anche dal negozio di animali per provare la nuova sabbietta per il gatto, ah! devo assolutamente ricordarmi di scaricare online il manuale d’uso della lavastoviglie perche fa quel bip fastidioso a metà lavaggio,poi preparo la cena, film sul divano, e lista delle  cose da fare domani))

www.bunibuni.com

martedì 22 aprile 2014

Chi è Red Baker? - Robert Ward, Io sono red Baker

Stamattina mi sono svegliata tardi, ieri sera non riuscivo ad andare a letto. Dopo aver finito di leggere Io sono Red Baker mi è venuta una smania incredibile di rileggere Furore di Steinbeck, che nel caos della mia ricomposta libreria non ho trovato, oppure un po’ di Gatsby di Fitzgerald. Mi sarei accontentata anche di qualche racconto, e invece niente, non ho trovato niente di ciò che cercavo per appagare il mio entusiasmo. 
 
Robert Ward, Io sono Red Baker, Barney edizioni, pp.346, €16.50
Ho appuntato su un post-it la necessità di riordinare la libreria, non so ancora secondo quale ordine, e poi ho visto Foglie d’erba di Whitman
Camerado, this is no book,
Who touch this touch a man
Camerata questo non è un libro,
chi lo tocca tocca un uomo

lunedì 21 aprile 2014

La bellezza ci salverà? Donna Tartt, Il cardellino

O dobbiamo sempre e comunque salvarci da soli? Oppure, accade tutto un po’ a caso, indipendentemente dal valore morale delle nostre azioni? O ancora, bellezza e caso si incontrano più spesso di quanto sarebbe lecito? E il male? Le “cattive” azioni, quelle che una volte compiute ci lasciano dentro quel risvolto amaro?
Donna Tartt, Il cardellino, Rizzoli, pp. 896, € 20,00
(sul tavolo da pranzo con accanto tazza di caffè e tovaglietta della colazione)
Sono le domande a far crescere Theo, il suo sguardo curioso sul mondo, sui dolori che gli ha riservato, sulle amicizie, sulla bellezza che ci circonda. Lo incontriamo ad Amsterdam febbricitante ed in preda alle allucinazioni nella stanza di un hotel, dove inizia a scrivere la sua storia.

domenica 20 aprile 2014

Non mi piace parlare di me stessa ma se lo faccio ci metto di mezzo un libro

Primo post. È difficile scrivere quando la carta è ancora tutta bianca e le idee devono ancora prendere forma in modo ordinato, ma sinceramente non me la sentivo di far come se nulla fosse. Non si lascia entrare qualcuno a casa propria dimenticando la porta aperta, meglio accoglierlo, offrire qualcosa da bere, un biscotto, una chiacchierata guardandosi negli occhi. Non sono una scrittrice e in quanto lettrice non dovrei temere crisi di ispirazione, se mai di prolissità, comunque, in questi casi, meglio andare dritti al punto: benvenuti, solo un attimo e mi presento.


Mi chiamo Isabella e sono una ex libraia che per amore si è trasferita da costa a costa (Riccione, east coast, Romagna, to Chiavari, west coast, Liguria) ed ha trasferito la sua libreria e tutta la sua passione per i libri e la lettura qui, in questo blog, un luogo metafisico che di trascendente avrà ben poco.