martedì 20 maggio 2014

dei libri dei libri

 Ci sono dei post ai quali lavoro per giorni. Apro, correggo, cancello, chiudo, riapro, spedisco al marito in richiesta di aiuto, e così via. Altri che nascono improvvisi e felici di per sé. Neppure io alla fine, leggendo cose vecchie che ho scritto, riesco a distinguere gli uni dagli altri. Al massimo vedo cose scritte bene o scritte male. So per certo però che a volte “devo” costringermi a scrivere. Mai invece mi è capitato di dovermi costringere a leggere (tranne quando andavo a scuola, certo).


Ci sono scrittori che si chiudono in una stanza otto ore al giorno, metodicamente, e costruiscono e disfano storie in continuazione o passano le ore a temperare le matite, in cerca di ispirazione. Altri invece scrivono di getto mentre fanno altre cose tipo stare in una sala d’aspetto in aeroporto oppure in un bar accogliente. Alcuni sono lenti, lentissimi e ci mettono anni per scrivere un romanzo di duecento pagine o poco più, (penso a Franzen che lascia i suoi lettori in perenne attesa); altri che vantano una straordinaria facilità di scrittura, come Simenon, prolifico ma sempre attento ed elegantissimo.



Non so voi ma quando mi appassiono ad un libro vorrei sapere tutto del suo autore e della sua genesi. Forse per questo amo frequentare i festival letterari e le presentazioni. A volte il libro di per sé non mi basta. Mi piace sentire la voce dell’autore che lo legge, vedere i suoi occhi, i suoi gesti, sapere come scrive e perché scrive, conoscere l’urgenza o il progetto che sta dietro al libro che ho letto. Al di là delle ovvie e saltuarie delusioni che possono capitare, l’emozione di stringere la mano a chi mi ha accompagnato per una parte della mia vita, a chi mi ha divertito o fatto conoscere persone nuove e coinvolto in pensieri e situazioni sconosciute è qualcosa di prezioso e perfetto. E letteralmente mi mangio le mani al pensiero di non aver mai incontrato autori che ho conosciuto troppo tardi! Ho letto Vonnegut per la prima volta solo nel 2006 e lui è morto solo un anno dopo. Ecco quindi una serie di libri che parlano di libri, e di autori, nel modo più informale possibile, come fossero lunghe chiacchierate, in brevi capitoli. Da leggere mentre siete in coda alla posta, mentre aspettate che bolla l’acqua della pasta o che asciughi lo smalto sulle unghie. Enjoy!

Antonio Monda, Il paradiso dei lettori innamorati, Mondadori
Cosa succede quando a guardare un film è uno scrittore? È possibile che il suo linguaggio, i temi che tratta e il suo mondo poetico ne siano in qualche modo influenzati? Perché preferisce un film anziché un altro? E, se è uno scrittore il cui mondo interiore avvertiamo affine, amerà pellicole a noi care? Antonio Monda in queste pagine intervista scrittori inglesi e americani di età e stili diversi, da Philip Roth a Martin Amis e Don DeLillo, da Chuck Palahniuk a Zadie Smith, ponendo loro una semplice domanda - "Quali sono i cinque film della tua vita?"

The believer, ISBN edizioni
Jack White racconta il suo passato di tappezziere. Salman Rushdie parla con Terry Gilliam di cadaveri della Manica e caccia alle streghe. Dave Eggers e David Foster Wallace si scrivono delle mail niente male. Chip Kidd intervista Milton Glaser, l'inventore del logo I love New York. Michelle Tea racconta la barbuta rivoluzione trans. George Sauders spiega a Ben Marcus come si fabbrica un vestito di stupore. Ohran Pamuk cerca un dio sussurratore. David Byrne spiega a Dave Eggers ciò che non è in grado di spiegare. Paul Auster e Jonathan Lethem parlano dei romanzi che ci sono dentro i loro romanzi. Don De Lillo chiacchiera con Greil Marcus di rock, isteria e dirigibili. Rick Moody racconta quel che piace alla bambina Caitlyn. Steve Martin elenca i diritti inalienabili dello scrittore, Steven Soderbergh parla di film porno e di quanto costa comprare un panda. Damon Albarn e Paul Simonon raccontano di quella volta che hanno partecipato a un abbraccio di gruppo. Marjane Satrapi ammette che ok, è un'ottimista. Nick Hornby parla di Dickens e di sci d'acqua con david Simon, ideatore della serie The Wire. Gus Van Sant dice la sua su cinema esperienziale e verità cinematica. Werner Herzog fa l'elenco delle cose cha ha rubato nella vita.

Piero Dorfles, I cento libri che rendono più ricca la nostra vita, Garzanti
Leggere può cambiarci la vita? Forse sì, provate a chiedere a chi vi sta intorno. Certamente amplia il nostro immaginario, ci fa viaggiare in modi inediti, lungo itinerari emozionanti e arricchisce le nostre vite attraverso ponti di emozioni e saperi condivisi, capace di avvicinarci al prossimo e di renderci sensibili al mondo e al destino dell’uomo. Dorfles costruisce qui una biblioteca ideale di cento capolavori, perfetta per chi si accosta alla lettura e di valore per tutti.
Andrea Kerbaker, Breve storia del libro (a modo mio), Ponte alle Grazie
Curiosità e storia del libro con la S maiuscola in una serie di articoli. C’è Gutenberg che inventa la stampa a caratteri mobili e poi fallisce miseramente, dimenticato da tutti; ci sono i reading di poesia degli antichi romani, per un pubblico distratto come e quanto quello dei nostri contemporanei; ci sono i censori del Seicento che tagliano e tagliano, e poi tagliano ancora. Ci sono Petrarca e John Milton, Cervantes ed Erasmo da Rotterdam; c’è Albert Camus che muore in macchina con il suo editore; c’è Voltaire che scrive libelli tra un arresto e l’altro. Ci sono libri fondamentali che vendono qualche decina di copie, successi commerciali di scarsissimo valore, e librai attenti alla qualità con le mani nei capelli. C’è Molière che scrive lettere dedicatorie imbarazzanti; ma anche Shakespeare e Machiavelli in fondo non scherzano. Ci sono quelli che “Mamma mia, l’invenzione della stampa, chissà dove ci porterà”…
Pierluigi Battista, I libri sono pericolosi, Rizzoli
Perché ancora oggi si bruciano i libri e si minacciano gli scrittori? Pierluigi Battista fa luce sulle censure nella storia, opera spesso non di barbari ignoranti ma di fanatici consapevoli del potere dei libri.






Nessun commento:

Posta un commento