giovedì 29 maggio 2014

Nicola Manuppelli, Bowling

"Il colpo può anche andare a buon fine. Oppure puoi scoprire che le amicizie, il lavoro, la donna con cui stai, tutto ciò che sei è solamente ciò che ti è capitato. Nient’altro. Un tiro affidato alla sorte".

Nicola Manuppelli, Bowling, Barney, euro 14.50, pp. 144
Nicola Manuppelli è la voce attraverso la quale ho letto molti dei romanzi che ho amato di molti dei miei autori americani preferiti. Ha tradotto Andre Dubus (oltre a Fitzgerald, Williams, Kinder) e questo mi rende debitrice di gratitudine verso il suo lavoro per sempre. Fino ad ora è sempre e solo stato il nome del traduttore sulla copertina (o dietro, nel colophon) mentre da poco è uscito il suo romanzo, Bowling, edito da Barney editore. La sua è una voce originale, intendo personale, se vi aspettate di ri-leggere gli autori che traduce rimarrete delusi, anche se un po’ d’America fra le righe la troverete comunque.

martedì 27 maggio 2014

dovrei scrivere il curriculum vitae...

...e invece sto scrivendo questo post
Sì perché io il curriculum, per caso o per fortuna, non l’ho mai dovuto scrivere, sino ad ora. Mentre facevo il liceo lavoravo durante l’estate come cameriera nella pensione 1stella dei miei a Riccione: grembiulino bianco corto in sangallo e bricchetti di latte e caffè delle colazioni da portare. Ora lo ricordo con tenerezza, ed ho tanti bei pensieri legati a quel periodo, ma allora avrei pagato pur di non dover uscire da quella cucina. Durante l’università ho fatto la commessa in libreria, la segretaria in uno studio di architettura e la correttrice di bozze. Poi è arrivato il lavoro in casa editrice, che mi ha rubato tre lunghi anni di vita (ma che mi ha permesso di conoscere il mio attuale marito) e infine la libreria, in assoluto il periodo più creativo e gratificante della mia vita, quello in cui ho potuto esprimere appieno me stessa. 



sabato 24 maggio 2014

My Own Science Fiction - Robert Sheckley & Daniel Keys

Una domanda che noi librai ci sentiamo fare spesso è quella di un libro divertente, che ci faccia star bene ed evadere completamente dalla routine quotidiana, che sia di semplice lettura ma non banale. Ebbene, se dovessi scegliere per me stessa qualche ora di pura evasione e smodato divertimento sceglierei a botta sicura un racconto di Robert Sheckley. Uso il condizionale non a sproposito perché si dà il caso che Sheckley sia praticamente irreperibile in libreria, e sconosciuto al grande pubblico. Ne esistono pochissime edizioni, e non dei romanzi che si deve avere la fortuna di trovare nei mercatini. 


A questo punto devo svelare che si tratta di fantascienza, e qui si interromperà la lettura di molti di voi perché la fantascienza è un genere poco trattato in Italia e molto oggetto di pregiudizio. Giuro solennemente di non aver mai incontrato in libreria una ragazza che leggesse la fantascienza, perlomeno in modo consapevole. È quindi con gioia che inauguro una piccola guida alla fantascienza in 5 puntate con suggerimenti di lettura e di visione per farvi cambiare idea e per farvi aggiungere qualche titolo alla wish list delle letture da treno, ombrellone o qualsiasi luogo degno. E dato che questo apparta-blog è frequentato da diverse persone competenti, che qui vengono leggono bevono qualcosa e suggeriscono, lascio la parola sull'argomento a M.

mercoledì 21 maggio 2014

hai voluto la bicicletta?

Da due giorni non si riesce ad uscire all'aperto perché stanno asfaltando la strada quasi sotto casa mia per il passaggio del Giro d’Italia. Perciò oggi se vedete in lontananza un balconcino fiorito con una testa bionda e riccia che osserva, ecco, sono io! Il ciclismo non è uno sport che seguo e ultimamente le uniche notizie che mi giungono sono quelle sul doping, motivo per il quale non riesco proprio ad appassionarmi. Forse sono nata nel “periodo storico” sbagliato, forse avrei seguito con maggiore interesse le vicende alla Coppi e Bartali. Sicuramente una delle scene più esilaranti e spassose di gara ciclistica che mi sia capitato di leggere è quella raccontata in Bar sport da Stefano Benni.

martedì 20 maggio 2014

dei libri dei libri

 Ci sono dei post ai quali lavoro per giorni. Apro, correggo, cancello, chiudo, riapro, spedisco al marito in richiesta di aiuto, e così via. Altri che nascono improvvisi e felici di per sé. Neppure io alla fine, leggendo cose vecchie che ho scritto, riesco a distinguere gli uni dagli altri. Al massimo vedo cose scritte bene o scritte male. So per certo però che a volte “devo” costringermi a scrivere. Mai invece mi è capitato di dovermi costringere a leggere (tranne quando andavo a scuola, certo).


Ci sono scrittori che si chiudono in una stanza otto ore al giorno, metodicamente, e costruiscono e disfano storie in continuazione o passano le ore a temperare le matite, in cerca di ispirazione. Altri invece scrivono di getto mentre fanno altre cose tipo stare in una sala d’aspetto in aeroporto oppure in un bar accogliente. Alcuni sono lenti, lentissimi e ci mettono anni per scrivere un romanzo di duecento pagine o poco più, (penso a Franzen che lascia i suoi lettori in perenne attesa); altri che vantano una straordinaria facilità di scrittura, come Simenon, prolifico ma sempre attento ed elegantissimo.

domenica 18 maggio 2014

Questo è uno scrittore vero, questa è una storia vera, non voglio smettere di leggere mai

Molti dei miei amici ed ex clienti che ora seguono il blog amano scrivere. Non so se si possano definire scrittori perché in effetti non vivono di questo mestiere e soprattutto sono ancora in cerca di un editore. Di un editore "serio" aggiungo, perché di editori che stampano e non promuovono il libro ce ne sono moltissimi (e alcuni di questi si fanno pagare, ma questo non è un post sulla vanity press). 

immagine di Gipi
A che serve avere un libro in senso fisico con il proprio nome se poi non arriva in libreria? La vita dei giovani/meno giovani aspiranti autori è dura. Ho pensato, su loro suggerimento, ma l'invito è esteso a chiunque si trovi a passare di qui, di aggiungere una pagina con alcuni racconti inediti di autori in cerca di editore, che potete leggere e commentare. Che ne pensate? Se l'dea vi va, spedite!

venerdì 16 maggio 2014

Don DeLillo, End zone - È solo un gioco, ma è il solo gioco che ci sia

Ho appena finito di leggere l’ultimo romanzo pubblicato da Einaudi di DeLillo, End Zone, e sono in difficoltà a scriverne. E uno dei miei autori preferiti e dopo aver letto tanti nordici avevo proprio voglia di leggere una storia americana, ma sono rimasta un po’ delusa, forse non sono riuscita a comprenderlo totalmente, forse semplicemente non mi è piaciuto. 

Don DeLillo, End Zone, Einaudi, pp. 243, €19,50
Dopo averlo letto ho anche compreso il motivo per il quale questo romanzo, scritto nel 1972, non fosse ancora stato tradotto in italiano. Di primo acchito avevo pensato fosse per il tema del football americano (cosa che invece a me entusiasmava) che è lontano dalle preferenze del pubblico italiano, ma non è così, anche perché da questo punto di vista è una storia godibilissima anche da chi non sa nulla di questo sport. 

martedì 13 maggio 2014

Casalinghitudine, ovvero quando passeggi per il mercato con la tua piantina di menta in mano

Il pollice verde non mi è mai appartenuto ma sperimentare in cucina mi piace eccome e quindi spesso mi lascio attrarre dalle piantine aromatiche, mi fa sentire felice annusarle e comprarle (anche se ho sempre il dubbio che quella che acquisto come maggiorana sia timo o viceversa e quindi indico la pianta al venditore con un generico e rassicurante quella lì; nota nella nota: l’ultima volta al banco delle spezie ho comprato bacche di ginepro pensando fossero chiodi di garofano ed ora non ho la più pallida idea di cosa farne a parte profumare i cassetti delle calze sportive, si accettano suggerimenti). 


Qui a Chiavari sono fortunata perché il mercato è a cinque minuti a piedi da casa mia e c’è ogni giorno. Soprattutto mi piace, dopo averle comprate, passeggiare per la città con le piantine in braccio, bene in vista.

sabato 10 maggio 2014

la vetrina editoriale

Ho da poco saputo che anche il secondo libro in programmazione presso BookaBook ha raggiunto l’obiettivo di finanziamento. Non sapete cosa sia BookaBook? E una piattaforma in open source in cui i lettori possono decidere se finanziare la pubblicazione di un libro, leggendone precedentemente un’anteprima, mediante un contributo volontario. 


Si tratta di un vero e proprio “esperimento”, il primo esempio di crowdfunding italiano esclusivamente dedicato ai libri. Nasce da una piccola start up editoriale e da una comunità di circa trentamila lettori che si sono incontrati su Facebook, lettori disposti a finanziare personalmente la pubblicazione di un libro. Occorre precisare che con il termine libro qui si indica sia la versione cartacea che quella digitale, al lettore la scelta di cosa finanziare/acquistare, ovviamente ad un prezzo diverso.

mercoledì 7 maggio 2014

Rosa Liksom, Scompartimento n.6

C’è una donna. C’è un uomo. Lei è una studentessa finlandese, riservata e silenziosa, in fuga da troppe domande a cui non sa dare risposta, immersa in se stessa. Lui è un operaio russo imbevuto di propaganda, ex galeotto, misogino, antisemita, bevitore di vodka, in cerca di una nuova occasione. C’è uno scompartimento, il numero 6, con due cuccette ed un samovar per fare il tè, troppo stretto per non forzare una convivenza e un confronto. Ci sono migliaia di chilometri di rotaie nel gelo della Siberia, la Transiberiana, il percorso ferroviario più lungo del mondo.

Rosa Liksom, Scompartimento n.6, Iperborea, pp. 235, €15,00
Lui parla, vaneggia, beve, mangia voracemente cetrioli in salamoia e cipolle. Lei ascolta, composta, talvolta disgustata ma incapace di reagire fugge dallo scompartimento, per poi tornare. Lui suda facendo le flessioni la mattina. Lei resta nel dormiveglia, si culla nel ricordo dell’amore per un ragazzo che si finge pazzo per non andare a combattere in Afghanistan e che poi in manicomio diventa pazzo davvero. Universo maschile, universo femminile.

martedì 6 maggio 2014

the cat is on the table ovvero di libri e di gatti

Quando sfoglio qualche quotidiano online mi colpisce come ai primi posti negli articoli di maggior consultazione ci siano sempre notizie bizzarre su cuccioli e gattini, evidentemente è un argomento che ha il suo pubblico, quindi perché non svelare che ho un gatto?


Una gatta per la precisione, si chiama Bloomy (è proprio quella della foto qui sopra). Pancia tonda, morbida e zuccherina fa davvero poco onore al nome che porta, che in effetti è Bloomsbury, come il circolo letterario e l’omonimo quartiere londinese (per inciso, è il circolo che prese nome dal quartiere) dove hanno sede molte facoltà universitarie, il British Museum e tante polverose librerie antiquarie.

lunedì 5 maggio 2014

Quando ho scelto la casa non sapevo, non potevo ancora saperlo ma se lo avessi saputo… ah se lo avessi saputo

Da quando è primavera, quindi nei brevi spazi di tempo in cui non piove, faccio colazione fuori in terrazzo. Non immaginate un vero e proprio terrazzo con tanto di tavolo da pranzo, ombrellone piante e fiori (su questo punto sto lavorando) ma un semplice balcone che segue il perimetro della casa, stretto un metro e lungo forse una decina, tipico dei condomini degli anni cinquanta/sessanta. 


Faccio colazione in piedi, con grande tazza di caffè in una mano e muffin nell'altra, guardando fuori i tetti della città, il centro storico, le persone che passano, e respirando l’aria fresca del mattino. Una condizione per la scelta della casa era, infatti, la vista, non la “vista mare”, ma una vista interessante, stimolante: belle case con tante finestre, terrazzini fioriti, una strada non trafficata perché in parte pedonale, tante persone che camminano. Quello che però ha decisamente superato le aspettative è il profumo tutt'intorno.

venerdì 2 maggio 2014

Cosa c’entrano i tappi per le orecchie?

A parte la bellezza della loro confezione così retrò (vintage direbbe chi è alla moda) che non potevo non fotografare in una qualche occasione, a parte il fatto che sono i miei personali e li uso per non sentire i vicini al piano di sopra che russano, volete mettere il piacere di leggere un libro di Stefánsson completamente immersi nelle sue pagine senza i rumori di fondo a disturbare?


Allora sì che il gelido vento invernale può soffiarti contro il viso costringendoti a chiudere gli occhi, le parole prendono vita e  ti danzano intorno, puoi sentire perfino  il rumore della neve che cade dal cielo, la tristezza degli angeli.