Villa di campagna inglese? C’è. Maggiordomo? Presente. Tempo atmosferico variabile? Ogni cinquanta pagine. Manie, snobismi e privilegi acquisiti dell’aristocrazia? Ci sono, a profusione.
Julian Fellowes, Un passato imperfetto, Neri Pozza, pp.462, €18,00 |
Avete presente Gosford Park, il film di Altman in cui si raccontano le complesse relazioni tra nobiltà e servitù sotto la falsariga di un giallo a camera chiusa? Oppure la serie televisiva Downton Abbey che sta vincendo numerosi premi? Ecco, Julian Fellowes è lo sceneggiatore di entrambi, premio Oscar del primo, e autore del romanzo che ho letto nell’ultima settimana Un passato imperfetto.
Il passato imperfetto è quello di Damian Baxter. Nonostante sia diventato un magnate della finanza e il suo nome compaia spesso sul Sunday Times, l’uomo, giunto al capolinea della sua esistenza a causa di un male incurabile contro il quale nulla può fare la sua ingente fortuna, sente di dover fare i conti col suo passato. Vuole scoprire se esiste da qualche parte un erede a cui lasciare il suo patrimonio. Il desiderio nasce dal ricevimento di una lettera anonima in cui una donna misteriosa gli fa intuire che proprio una cosa del genere potrebbe essere accaduta. Per svelare il mistero, Damian chiede aiuto al suo ex amico, scrittore non troppo famoso e narratore del romanzo, con cui ha litigato una quarantina d’anni prima. Agli occhi di quest'ultimo Baxter appare come un insopportabile arrampicatore sociale in cerca del suo riscatto personale verso la società aristocratica inglese degli anni Sessanta. In realtà, scoprirà durante le sue ricerche che le cose non stanno proprio così.
Da quanto tempo non leggevo un romanzo inglese? Recentemente ho letto Livelli di vita di Julian Barnes, davvero molto interessante ma pochissimo britannico. Il romanzo di Julian Fellowes è invece un tè delle cinque servito in tazze di porcellana eleganti che si rivela più aspro del previsto. Fellowes è uno scrittore capace ed astuto che con la prima frase cattura la tua attenzione ed arrivati alla fine del primo capitolo ti ha completamente imbrigliato alla storia. La sua satira elegante, e decisamente british style, ha la capacità di evocare un’epoca con grande sincerità e un tocco leggero, pur non risparmiando nessuno dei vizi della upper class inglese degli anni Sessanta, anni in cui il mondo stava cambiando in maniera incontrastabile. Romanzo consigliato e godibilissimo.
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